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Campi elettromagnetici:
L’Unione Europea fissa i livelli di "attenzione"

Gli apparecchi oggi in uso nelle abitazioni e negli uffici sono ampiamente al di sotto delle soglie di attenzione per i campi elettromagnetiche fissate di recente da una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea (1995/519 /CE), in base alle indicazioni fornite a livello internazionale dall’ICNIRP (ente di riferimento in materia).
E quanto è emerso oggi a Milano nel corso di una conferenza organizzata da ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche.
I valori indicati nella Raccomandazione UE sono di 100 ,uT (micro Tesla) per l’esposizione al campo magnetico alla frequenza industriale di 50 Hz (Hertz), cioè il campo prodotto dall’energia elettrica distribuita nelle abitazioni e nei siti industriali, e di 40 V/m (Volt/metro) per l’intensità del campo elettrico alle frequenze d’uso nei servizi di telefonia mobile.
Secondo ANIE è opportuno che l’Italia si allinei agli standard europei, mettendo fine alla «giungla» normativa da parte degli enti locali, che stanno fissando limiti diversi da regione a regione e da città a città, senza alcun riferimento a basi scientifiche.
«Dopo due anni di discussioni, con il coinvolgimento di tutti i Paesi membri», ha annunciato Daniel Kraus, Direttore Generale ANIE, «è stata di recente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee la versione finale della Raccomandazione Europea, approvata da tutti i Paesi dell’Unione Europea, con la sola esclusione dell’Italia».
«Ci dispiace», ha detto Kraus, «che l’Italia abbia assunto sia nel Parlamento Europeo che nel Consiglio Europeo, una posizione intransigente, chiedendo una riduzione radicale dei limiti di esposizione, non giustificata da alcun riscontro scientifico, trascurando le indicazioni sia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia dell’ICNIRP, la Commissione Internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti».
Campi elettromagnetici: le soglie di sicurezza indicate dal Consiglio Europeo Tipo di apparecchi Intervallo Livello di riferimento per Livello di riferimento per di frequenza campo elettrico (V/m) campo magnetico (uT)
Apparecchi collegati alla rete Da a 025 a 0,8 kHz 5.000 100 elettrica in abitazioni e uffici Stazioni di terra per servizi di Da 400 a 2.000 MHz Circa 40 (a MHZ) 0,14 (a 900 MHz) telefonia mobile
Nota: V/m = Volt/metro T = microlesla kHz = kiloHertz
MHz = MegaHertz 
Kraus (ANIE): l’Italia si adegui agli standard europei
«A nostro avviso - ha precisato il Direttore Generale ANIE - i limiti indicati dall’Unione Europea rappresentano una scelta equilibrata, che da un lato tende ad affermare il principio della cautela, per garantire la sicurezza della popolazione, dall’altro non rischia di bloccare lo sviluppo tecnologico».
Nel novembre 1998 il Ministero dell’Ambiente ha emesso il decreto ministeriale 381 con il Regolamento «per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana». Il decreto interessa i sistemi fissi di telecomunicazione e radio televisivi. L’Italia ha adottato la legislazione più restrittiva oggi presente al mondo: il valore di 6 V/m (volt/metro) per il campo elettrico, riferito alle stazioni fisse per i servizi di telefonia mobile, risulta oltre 7 volte inferiore rispetto a quello indicato dalla Raccomandazione europea. Nonostante ciò ha affermato Kraus assistiamo al proliferare di disposizioni, a livello di Amministrazioni locali, scoordinate tra di loro, che impongono ulteriori restrizioni, senza alcuna argomentazione.
Il Parlamento si è mosso per varare una legge più generale, che comprenda tutti i fenomeni di emissione. Il disegno di legge quadro governativo (numero 4816), è ogni 3 minuti. Vengono trasmessi il nominativo della stazione, seguito da quattro linee lunghe un secondo.
Il nominativo e la prima linea sono trasmessi con potenza di 100 W. Le rimanenti linee vengono trasmesse rispettivamente con 10, 1, 0,1 W.
Il tempo di inizio attuale di ogni trasmissione, è approssimativamente ritardato di 20 ms rispetto al nominale a causa della commutazione del trasmettitore. 
L’attrezzatura usata è la seguente:
  Trasmettitore Kenwood T550s;
• Antenna verticale Cushcraft R5;
  Ricevitore GPS Trimble Navigation Acutime (per il rilevamento preciso della posizione geografica della stazione);
  Controllore autocostruito dal NCDXF
Esistono vari software reperibili via Internet che sono utili per un impiego attivo dell’ascolto di questi beacons; tra tutti può essere utile rammentare i tre seguenti:
1. Beacon clock di Stan Huntting, KFOIA che può essere reperito all’indirizzo web httpliwww.mutadv.comikawini;
2. Beacon Wizard di Jim Tabor, KU5S che può essere reperito all’indirizzo web http//www.wtrt.netlku5s/comments. htm;
3. BJBEACON di Rainer Stein­fuehr, DC7BJ che può essere reperito all’indirizzo web http//www.inx.de./wumpus/bjsoft.htm.
N    NAZIONE                   CALL
      U.S.                          4U1UN
2       CANADA                   VEOAT
3       U.S.                          W6WX
4       HAWAII                     KH5WO
5       NUOVA ZELANDA     ZL6B
6       AUSTRALIA               VK6RBP
7       GIAPPONE                JA2IGY
8       RUSSIA                     -
9       CINA                         -
10     SRILANKA                 4S7B
11     SUD AFRICA             ZS6DN
12     KENYA                     5Z4B
13     ISRAELE                  4X6TU
14     FINLANDIA                0H20
15     MADEIRA                 CS3B
16     ARGENTINA              LU4AA
17     PERU                       OA4B
10     VENEZUELA             YV5B
LOCALITA:  NEW YORK; EDMONTON; MT.UMUNHUM; HONOLULU; MASTERSON; ROLYSTONE; MT.ASAMA; COLOMBO; PRETORIA; KILIFI; TEL AVIV; ESPOO; FUNCHAL; BUENOS AIRES; LIMA ; CARACAS.
Come si può vedere dalle tabelle con questa rete di stazioni è possibile avere informazioni sulla qualità della propagazione sulle varie bande un po’ da tutte le direzioni del globo. Solo a titolo di curiosità, posso citare che le informazioni di qualità di propagazione ricevute dalla rete mi hanno aiutato non poco ad effettuare ottimi collegamenti QRP a livello europeo con il piccolo apparato HT 750 della Tokyo Hi­Power con ben 3 W di potenza e la V invertita dei 40 m impiegata sui 15 m ed in alcuni casi (dato che ho la fortuna “radioamatoriale” di vivere in un attico) sono riuscito a fare anche dei QSO dal balcone con l’antenna a stilo caricato sempre del medesimo apparato, avendo riscontrato livelli elevati del segnale dei beacons in 15 m.
Concludo il presente articolo sperando di aver dato delle informazioni interessanti a chi come me cerca soprattutto di effettuare un’attività HF QRP, con antenne non eccelse, e quindi necessita di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla propagazione.
E’ stato di recente approvato dalla Camera ed è pronto per la discussione in Senato.
Il testo non fissa limiti di esposizione, che vengono demandati a successivi decreti attuativi.
La legge quadro si limita ad introdurre etichette da apporre sui prodotti, per indicare i livelli di emissione, ed istruzioni per gli utilizzatori.
Per ANIE - ha spiegato Kraus - tali richieste potranno creare problemi alla libera circolazione dei prodotti nell’Unione Europea, visto che altri Paesi non hanno disposizioni simili, ed inoltre, non sono ancora disponi­bili norme tecniche su base internazionale, per la misurazione dei campi.
«La nostra attenzione», ha precisato Kraus, «è anche rivolta ai futuri decreti attuativi, per i quali ci risulta ci sia l’intenzione di fissare i limiti a valori al di sotto di 0,5 ÈUT (microTesla), cioè oltre 200 volte inferiore rispetto a quelli indicati dalla Raccomandazione europea.
L’Italia è parte integrante di una più ampia Comunità, l’Unione Europea, ove non è comprensibile che la sicurezza del cittadino possa essere diversa da uno Stato all’altro».
Clerici (ANIE): l’impiego dell’industria per ridurre le emissioni
«Le industrie elettrotecniche ed elettroniche associate ad ANIE», ricorda Alessandro Clerici, Vice Presidente ANIE per l’ambiente, hanno sempre una particolare attenzione verso la tutela dell’ambiente e verso la salvaguardia di un bene essenziale come quello della salute del pubblico in generale e dei lavoratori».
«Sebbene la scienza medica non abbia ancora individuato alcun legame certo causa effetto tra l’esposizione ai campi elettromagnetici a frequenza industriale (ELF) e l’insorgenza di patologie», ha sottolineato Clerici, «la ricerca industriale è comunque orientata ad una progressiva riduzione dei campi emessi da apparecchiature, macchinari, linee aeree e/o in cavo e le nostre industrie sono impegnate in tal senso».
Mariutti (Istituto Superiore di Sanità): rischi sanitari di modesta entità
<<Alla luce della attuali conoscenze scientifiche>>, afferma Gianni Francesco Mariutti, dell’Istituto Superiore di Sanità, «il rischio sanitario da esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, appare ancora incerto e, anche nell’ipotesi più pessimistica, di modesta entità, rispetto al rischio certo e quantificato derivante da altri fattori fisici e chimici largamente presenti nell’ambiente di vita e di lavoro». Attualmente, in ampi settori ed articolazioni della società - aggiunge Mariutti - la percezione di rischio relativa ai campi elettromagnetici mostra una sensibilità che, oggettivamente, non si raccorda con i risultati del lavoro scientifico.
Merluzzi (ENEL): le più recenti indagini USA danno risultati tranquillizzanti
«Da oltre una ventina d’anni», ricorda Dario Merluzzi, Responsabile Strategie ambientali ENEL «è stata indagata l’esistenza di possibili effetti sanitari a lungo termine, quali i tumori, per espo­sizione prolungata a bassi livelli di campo elettrico e magnetico a 50/60 Hz; l’attenzione si è in particolare rivolta alla componente magnetica.
A tutt’oggi gli studi effettuati sono numerose centinaia e praticamente tutti i Paesi industrializzati hanno fornito e forniscono il loro contributo di ricerca».
Dopo gli studi epidemiologici svedesi dei primi anni ‘90 che suggerivano un incremento di rischio di leucemia legato alla presenza di elettrodotti, le risonanze degli studi più recenti hanno portato a ridurre sensibilmente tali ipotesi di incremento del rischio. Questo trend secondo Merluzzi - è stato confermato anche dalle più recenti analisi (come il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del dicembre ‘98) che hanno rielaborato i risultati di tutti gli studi epidemiologici disponibili. Ulteriori importanti indicazioni sono attese dallo studio inglese dell’epidemiologo Richard Doll, i cui risultati dovrebbero essere diffusi entri il mese di novembre sulla rivista Lancet.
Un documento scientifico completo ed aggiornato ha annunciato Merluzzi è il recente Rapporto NIEHS (National Institute of Environmental Health Sciences), commissionato dal Congresso USA, che ha richiesto oltre 6 anni di lavoro.
Il rapporto conclude che le evidenze che supportano l’esposizione ai campi magnetici come un rischio per la salute, sono insufficienti a giustificare azioni normative con standard stringenti o programmi per l’in­terramento di linee elettriche.
Comellini (CEI): una panoramica sulla normativa a livello internazionale
Enrico Comellini, Presidente del CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, ha presentato una pa­noramica generale sulle attività normative svolte dal CEI in ambi­to internazionale, europeo e na­zionale sul tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Il CEI, in quanto organismo normatore nazionale nel settore elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni, si è occupato di questo argomento proprio con riferimento agli aspetti di sua competenza: caratterizzazione degli ambienti da un punto di vista elettromagnetico, misure dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e definizione della relativa strumentazione, calcoli dell’intensità dei campi stessi.
 
Per ulteriori informazioni:
Attiio De Pascalis
Comunicazioni e Immagine
ANIE - Tel. 02.3264326 - 02.3264214- 023264211 - fax 02.34533137 -
E-mail:comunicazione@aniejt
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